SPECIALE PONTE DEL PRIMO MAGGIO

La Fondazione Magnani-Rocca è aperta tutti i giorni da giovedì 1° maggio a domenica 4 maggio con i 150 capolavori della mostra FLORA

Dal 1° al 4 maggio, alla Fondazione Magnani-Rocca, ogni passo è un viaggio nel cuore della Bellezza: “FLORA. L’incanto dei fiori nell’arte italiana dal Novecento a oggi” svela 150 opere che parlano di natura, sogno e incanto.

Accanto, la Collezione di Luigi Magnani: frammenti di eternità firmati Tiziano, Monet, Cézanne, Morandi e tanti altri.

Fuori, il Parco Romantico respira sotto il cielo di maggio. I pavoni, liberi, accompagnano il silenzio dei grandi alberi secolari.

VISITE GUIDATE
GIOVEDI 1 maggio e DOMENICA 4 maggio ore 11.30, 16, 17
VENERDI 2 e SABATO 3 maggio ore 16.30
Prenotazioni (posti limitati): segreteria@magnanirocca.it
Costo: 20€ (ingresso 15€ + guida 5€).
Scopri di più sulla mostra: www.magnanirocca.it/flora

 

CAPOLAVORI IN MOSTRA

Accade in una mattina chiara, fra i giardini silenziosi di
Villa Strohl Fern a Roma

L’aria odora di terra bagnata, promessa di una stagione nuova.

Umberto Moggioli, con lentezza che sa di rituale, dispone i colori. Davanti a lui, sua moglie Anna e la loro bambina. È il 1918, forse. Il tempo, che pare largo, in verità stringe già il nodo della fine.

"Mattino di primavera" nasce così. Un quadro ampio, 176 per 106 centimetri, ma dentro, il respiro è più grande ancora. Uno degli ultimi battiti di Moggioli: l’anno dopo, la spagnola lo inghiotte. Roma, in quei mesi, gli schiude un’altra luce. I toni smettono di raccontare la malinconia della laguna. Diventano chiari, solari, pieni di una felicità che sa di tregua.

Un tulipano rosso vibra nello sfondo, come un pensiero improvviso che cambia tutto. La pittura non è più ricordo, ma vita che si fa urgente.

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Moggioli, formatosi a Venezia, torna ora a guardare il mondo con occhi nuovi. A Roma, fra le siepi che odorano di sole, lascia filtrare la gioia come una musica semplice. C’è una quiete piena, in quei volti, che pare voler fermare l’istante prima che scivoli via.

In questo "Mattino di primavera" Moggioli non dipinge solo la luce, ma il tempo stesso, quell’attimo sottile in cui la felicità sa già di nostalgia.

Oggi il dipinto fa parte delle collezioni del Mart di Rovereto e in questo momento è visibile nella sezione Nei giardini segreti della mostra “Flora. L’incanto dei Fiori nell’arte italiana dal Novecento a oggi” alla Villa dei Capolavori.

 

IL PARCO ROMANTICO

Il respiro verde del Parco Romantico

"Restaurare un parco storico significa restituire al tempo la sua voce più silenziosa. Camminare tra le sue geometrie, ascoltarne le stagioni, lasciarsi attraversare dalla sua memoria."

Così racconta Alberto Bordi, l’architetto che ha guidato il restauro del Parco Romantico della Villa dei Capolavori. Il progetto è realizzato nell’ambito del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR). Un intervento che ha ridato forma e anima a uno spazio che oggi accoglie i visitatori come un grande respiro verde.

"Percorrere questi sentieri", continua Bordi, "è come varcare la soglia di un grande parco della campagna inglese: si entra, ci si siede, si osserva il dialogo muto tra la villa e gli alberi, e si è pervasi da una sensazione di benessere che pochi luoghi sanno donare."

Il parco si apre come un invito: un giardino all’italiana, ordinato e luminoso; un giardino all’inglese incorniciato da alberi monumentali che attraversano le epoche e con un lago naturale, dove le ninfee raccontano di acque antiche. E infine un giardino contemporaneo, fluido e cangiante. 

Il Parco Romantico, restaurato nel suo spirito originario eppure capace di parlare il linguaggio del presente, invita a un’esperienza emotiva, a una scoperta che muta con il volgere delle stagioni. Seduti su una panchina, tra ombre leggere e profumi antichi, ci si ritrova parte di una storia che continua a sussurrare.

Un restauro che è un atto d’amore. Perché ogni giardino, quando torna a vivere, racconta non solo di fiori e sentieri, ma della capacità dell’uomo di custodire la memoria attraverso la meraviglia.

Alberto Bordi è architetto e socio fondatore dello studio Bordi Rossi Zarotti. Si forma al Politecnico di Milano, dove si laurea in Architettura. Dopo un’importante esperienza presso lo studio di Guido Canali, nel 1996 fonda, insieme a Sauro Rossi e Marco Zarotti, lo studio omonimo. Il suo lavoro si concentra sul restauro e il recupero dei beni culturali, sull’allestimento museale e sulla ricerca storica e territoriale. Tra gli interventi più significativi ci sono il recupero dell’Aranciaia Ducale di Colorno, della Rocca dei Rossi a San Secondo, del Duomo di Parma e del complesso monumentale di San Paolo. Da sempre attento ai giardini storici, ha lavorato sul Parco Ducale di Parma, sui giardini di San Paolo. Ha firmato anche diversi allestimenti tra cui alcuni Musei Verdiani come Casa Barezzi e casa natale di Roncole Verdi) e musei del cibo come il Museo del Pomodoro e della Pasta a Giarola e del Vino a Sala Baganza. Il suo approccio combina sensibilità storica e rigore progettuale, restituendo ai luoghi il respiro della loro storia.

Rettangolo arrotondato: Guarda il video racconto di Alberto Bordi

Fondazione Magnani-Rocca
via Fondazione Magnani-Rocca 4, Mamiano di Traversetolo (Parma).


MOSTRA FLORA. L’incanto dei fiori nell’arte italiana dal Novecento a oggi
a cura di Daniela Ferrari e Stefano Roffi. La mostra è stata realizzata in collaborazione con Mart - Museo di arte moderna e contemporanea di Trento e Rovereto. Con il supporto di Fondazione Cariparma e Crédit Agricole Italia

 image credits
Umberto Moggioli, Mattino di primavera, 1918. MART Museo di Arte Moderna e Contemporanea di Trento e Rovereto. Donazione Mario del Grosso - Elsa Savini.