Una voce vestita di nero e di luce: quando Mina
portò la moda italiana in TV |
Nel 2024 Balenciaga le
dedica una capsule. Un anno prima, Sabato De Sarno apre la sfilata
Gucci con Ancora,
ancora, ancora. Non come omaggio, ma come dichiarazione
d’intenti: una dedica alla rinascita del Made in Italy.
Una sera del 1970, in
una Rai ancora in bianco e nero, una donna entra in scena con una
minigonna di paillettes e un taglio di capelli che sembra una scultura.
Si ferma, guarda in camera, e canta. Ma non è solo la voce a sovrastare
l’orchestra. È l’immagine.
Quella donna è
Mina.
E
da quel momento la moda italiana non sarà più la stessa. La sua figura
incarna un paradosso: è diventata un’icona assoluta di stile pur
dichiarando di non interessarsi alla moda. “Compro solo ciò che mi piace”,
ha sempre detto. Eppure, ciò che le piace diventa linguaggio. Una moda
che non segue, ma crea. Senza mai fare rumore. |
Negli anni Sessanta,
mentre l’Italia scopre la modernità attraverso i caroselli e le
riviste, Mina non interpreta il ruolo della diva: lo riscrive. Appare
in TV con abiti di Fausto Sarli, Mila Schön, Emilio Pucci. Ma non è lo
stilista a fare l’icona: è il corpo di Mina a dare senso al tessuto.
Nel 1967, la Rai
sperimenta. Per Sabato
sera affida a Mina un progetto inedito: vestirla in
ogni puntata con creazioni di cinque grandi firme italiane: Forquet, Krizia, Marucelli,
Pucci, le Fontana. Il pubblico non comprende, la
censura fatica. Ma resta un’immagine potente: Mina in un
abito-pantalone nero con frange di seta, che canta sfidando i limiti
della TV. Lo stesso abito ricomparirà in uno dei suoi caroselli
Barilla, girato da Antonello Falqui.
Dal 1965 al 1970, Mina
è la protagonista assoluta della pubblicità italiana. Nei caroselli
Barilla — diretti da registi come Falqui, Zurlini, Tessari — fonde
teatro, musica e grafica. Ogni spot diventa racconto: Mina che
accarezza una scatola di pasta, Mina che troneggia su confezioni
giganti, Mina che si moltiplica in figure. Lo stile è messaggio,
l’abito è visione.
Con
un costumista come Piero Gherardi e un truccatore come Stefano Anselmo,
Mina costruisce una figura femminile nuova: sfuggente, mai accomodante.
Non si mostra: si espone. Non seduce: impone presenza.
Anche dopo il ritiro dalle scene, nel 1978, il suo volto continua a
circolare. La voce si ascolta, l’immagine si guarda ancora. Non è
revival: è contemporaneità. |
La grande mostra
MODA E PUBBLICITÀ alla Fondazione Magnani-Rocca è dedicata anche allo stile di Mina. (C'è una bella sorpresa)
E ad Armani, Benetton,
Dolce & Gabbana, Ferragamo, Gucci, Max Mara, Moschino, Valentino,
Versace… e l’occhio sensibile di Gian Paolo Barbieri, Giovanni Gastel,
Alfa Castaldi fino alla provocazione di Oliviero Toscani e grandi
illustratori come René Gruau, Erberto Carboni, Franco Grignani, Guido
Crepax, Antonio Lopez, Lora Lamm.
Oltre 300 opere per un
omaggio alla moda italiana: manifesti, fotografie, video, riviste: un
racconto in cui sfilano stilisti, art director, illustratori e
fotografi che hanno definito l’immaginario visivo italiano e
internazionale.
Informazioni
📍 Fondazione
Magnani-Rocca – Villa dei Capolavori
Mamiano di Traversetolo (Parma)
📅 Dal 13 settembre al 14 dicembre 2025
🕰️ Aperta dal martedì al venerdi ore 10.00–18.00
🕰️ Aperta dal sabato alla domenica ore 10.00–19.00
🎟️ Biglietto unico mostra + collezione permanente + parco
storico
🌐 magnanirocca.it
Visite
guidate
Sabato 25
ottobre ore 15:00 e 17:45
Domenica e
festivi ore 11:30, 15:30, 16:30
Costo:
guida €5 + biglietto
d’ingresso €15
Prenota qui: prenotazioni@magnanirocca.it |
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Una conferenza appassionante: Mina, la Moda e la Pubblicità. Sabato 25 ottobre
2025 |
Sabato 25 ottobre, alla
Fondazione Magnani-Rocca c'è un incontro speciale in occasione di
ApritiModa per ricostruire il legame tra Mina, l’estetica pubblicitaria
e l’immaginario visivo dell’Italia anni Sessanta.
Dal 1965 al 1970 Mina
fu il volto e la voce dei caroselli Barilla: oltre cinquanta videoclip
diretti da registi come Antonello Falqui e Valerio Zurlini, dove
pubblicità, moda e teatro si fondevano in un’estetica visionaria. Al
centro, la sua presenza magnetica e gli abiti firmati da Piero Gherardi
— frange, geometrie, silhouette sceniche — che facevano del costume un
gesto narrativo.
Nel contesto della
mostra Moda e Pubblicità in Italia 1950-2000 e in occasione di ApritiModa 2025,
sabato 25 ottobre alle ore 16:30 la Fondazione Magnani-Rocca ospita una conferenza dedicata
a quegli abiti straordinari, con Giancarlo Gonizzi (Archivio Storico
Barilla) e Emmanuel Grossi (storico della pubblicità).
In programma:
proiezione dei caroselli Barilla originali, fotografie di Piero
Pascuttini, esposizione di abiti ricostruiti visitabili fino al 14
dicembre. La partecipazione è inclusa nel biglietto della Fondazione.
Nella
stessa giornata, visite guidate alla mostra alle ore 15:00 e 17:45
(€20, ingresso incluso; prenotazioni: prenotazioni@magnanirocca.it). |
Image Credits
Mina, Carosello Barilla, L'ULTIMA OCCASIONE (Archivio Storico Barilla,
Parma), Mina, Carosello Barilla, MI SEI SCOPPIATO DENTRO IL CUORE
(Archivio Storico Barilla, Parma), Mina, Carosello Barilla, NON
ILLUDERTI (Archivio Storico Barilla, Parma), Mina, Carosello Barilla,
SE TELEFONANDO (Archivio Storico Barilla, Parma), Mina, Carosello
Barilla, TI ASPETTERO' (Archivio Storico Barilla, Parma) |
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