IN MOSTRA

Prima di diventare volti, sono state visioni

Le modelle esposte nella mostra MODA e Pubblicità della Fondazione Magnani-Rocca non nascono sulla passerella: emergono da un’idea, da un’epoca, da uno sguardo collettivo in cerca di bellezza, potere, identità. Prima di sfilare, hanno attraversato l’immaginario. 

Dagli anni Cinquanta al Duemila, l’Italia ha usato la moda e la pubblicità per raccontare se stessa al mondo. Ma non lo ha fatto con parole: lo ha fatto con corpi. Corpi femminili in posa, in cammino, in silenzio. Donne che non rappresentavano solo abiti, ma aspirazioni, simboli, mutamenti profondi.

Nel dopoguerra, l’eleganza si fa dignità. Le modelle, ancora indossatrici, calcano le strade come palcoscenici urbani: sfilano tra le rovine con l’incanto intatto, accanto a statue e automobili lucenti.

Bellezza e rinascita camminano insieme. Il corpo femminile viene offerto al mondo come risposta: l’Italia è viva, moderna, desiderabile. Nei cinegiornali scorrono immagini di sartine diventate muse, regine temporanee di una couture ancora auratica. In quel gesto leggero, in quel portamento che non conosce esitazioni, c’è un’idea nuova di nazione.

Mostra FLORA. L'incanto dei fiori nell'arte italiana dal Novcento a oggi

Poi arriva la frattura.

Gli anni Settanta aprono crepe, rompono certezze. Il prêt-à-porter scende in strada, le pose si fanno disinvolte, ironiche, persino sfacciate. Le riviste fotografano ragazze con il maglione annodato ai fianchi, tra statue di Brera e murales metropolitani.

È il tempo della sessualità esplicita, degli slogan che graffiano. Le campagne pubblicitarie non vestono più, svestono. Il corpo viene messo al centro, idolatrato e discusso. Oliviero Toscani immortala un fondoschiena come manifesto generazionale; Pasolini scrive di “mostruosa espressività”. La modella non è più solo musa: è bersaglio, totem, campo di battaglia.

Quando arrivano gli anni Ottanta, la scena si allarga. Le modelle diventano volti noti, nomi propri, super-icone. Non interpretano un capo, impongono una visione. Cindy, Claudia, Naomi: regine assolute di un glamour che mescola potere e artificio, sensualità e geometria. Versace le ritrae tra corpi maschili come sculture, ribaltando le gerarchie del desiderio. Dolce & Gabbana le riporta alla terra, al bianco e nero, al mito mediterraneo. Marpessa non sfila: abita la Sicilia come un personaggio di Visconti. Max Mara le vuole atemporali. Valentino le sogna come dive uscite da un ricordo.

Così, in mezzo secolo, la figura della modella passa da presenza silenziosa a protagonista culturale.

Non è mai stata davvero neutra, mai davvero oggetto. Ha assorbito i codici della società per poi riscriverli, come un alfabeto corporeo in continua mutazione. Cammina, osserva, tace. Ma dentro quel silenzio, c’è l’Italia che cambia.

La grande mostra MODA E PUBBLICITÀ alla Fondazione Magnani-Rocca è dedicata anche alle icone della moda. Oltre 300 opere per un omaggio alla moda italiana: manifesti, fotografie, video, riviste: un racconto in cui sfilano stilisti, art director, illustratori e fotografi che hanno definito l’immaginario visivo italiano e internazionale.

Informazioni
📍 Fondazione Magnani-Rocca – Villa dei Capolavori
Mamiano di Traversetolo (Parma)
📅 Dal 13 settembre al 14 dicembre 2025
🕰️ Aperta dal martedì al venerdi ore 10.00–18.00
🕰️ Aperta dal sabato alla domenica ore 10.00–19.00 
🎟️ Biglietto unico mostra + collezione permanente + parco storico
🌐 magnanirocca.it

Visite guidate
Sabato 1 novembre
ore 11:30, 15:30, 16:30
Domenica e festivi
ore 11:30, 15:30, 16:30
Costo
: guida €5 + biglietto d’ingresso €15
Prenota qui:
prenotazioni@magnanirocca.it

 

MUSICA

Concerto alla Villa dei Capolavori dedicato all’amicizia tra Magnani e de Pisis sulle note di Mozart

Sabato 1 NOVEMBRE ore 17.30 — Primo appuntamento autunnale dei Pomeriggi Musicali alla Fondazione Magnani-Rocca (45 minuti)
Il concerto apre un nuovo ciclo dedicato al fondatore Luigi Magnani, rievocando — attraverso la musica — l’amicizia con Filippo de Pisis. Un legame che nacque all’ombra di Mozart e si trasformò in visione, in parola, in pittura.

Il programma, interamente mozartiano, richiama l’allestimento del Bastiano e Bastiana a Roma nel 1941 — lo stesso anno in cui de Pisis dipinge W Mozart, oggi nella Sala Farnese della Fondazione, accanto al fortepiano viennese Johann Fritz appartenuto al principe Lichnowsky, mecenate di Beethoven su cui la leggenda vuole abbia suonato proprio il grande compositore tedesco.

In programma:
W.A. Mozart, Ouverture da Bastiano e Bastiana
W.A. Mozart, Quartetto in Re Maggiore K285
W.A. Mozart, Ouverture da Die Zauberflöte
D. Cimarosa, Quartetto in La minore N.6
W.A. Mozart, Quartetto in Do Maggiore K285b
Con Cecilia Molinero (flauto)
Quartetto Luigi Magnani:
Paolo Mora, violino
Novella Bianchi, viola
Giacomo Fossa, violoncello

Ingresso incluso nel biglietto della mostra Moda e pubblicità in Italia. Non serve prenotare.

 

PODCAST

C'è un fantasma in Sala Goya

C’è un’opera della collezione di Luigi Magnani che parla di tradimenti, fantasmi che tornano dal passato e notti piene di paura. 

Ascolta IL PODCAST dedicato al Capolavoro di FUSSLI

La grande tela “Gertrude, Amleto e il fantasma del padre di Amleto” di Füssli è sicuramente l’opera più dark mai acquistata da Magnani, scelta in un periodo in cui il professore era probabilmente immerso nelle opere di Shakespeare.

Per onorare la “spooky season”, il periodo più pauroso dell’anno, ascolta su Spotify il racconto del quadro di Füssli nel podcast La Villa dei Capolavori per scoprire che c’è più di un mistero che si cela dietro questo capolavoro dell’arte della fine del Settecento.