Massimo questa volta ci conduce in un territorio al confine tra la terra ed il mare accarezzato dal ramo meridionale del fiume Po.

Un po' di storia:

Comacchio:
Già noto sin dall’età del ferro il borgo ebbe origine probabilmente da un castrum romano sorto tra il VII e l'VIII secolo a.C.
A testimonianza del primo cristianesimo, V÷VI secolo d.C., restano i monasteri di Santa Maria in Padovetere (nella Valle Pega) e Santa Maria in Aula Regia.
Fu difesa strenuamente da Bisanzio dall’invasione dei Longobardi e quindi, contrariamente a territori limitrofi, non assoggettata agli invasori.
Il territorio, tra il il VII e l'VIII secolo, fu donato ai monaci di San Colombano di Bobbio.
Tra VII e il IX secolo dispose di una delle più potenti flotte dell'Adriatico.
La Serenissima non poteva accettare la presenza di una forte concorrente navale a lei vicina e quindi la assediò e conquistò per ben cinque volte nell’alto medioevo.
Passò agli Estensi e poi allo Stato Pontificio.
Nel 1860 il territorio fu annesso al Regno di Sardegna.

Valli di Comacchio:
Sino a circa un secolo fa era una delle zone salmastre più ampie che caratterizzavano la parte sudest della provincia ferrarese.
Ancora oggi, nonostante l’antropizzazione, rappresenta il più esteso complesso di zone umide salmastre della regione e uno dei più importanti d'Europa.
 Attualmente si estendono approssimativamente per 11400 ha (114 km²).
Si sono formate dall'abbassamento del delta del Po nel periodo etrusco-romano e dei catini interfluviali circostanti, in particolare nel medioevo, e quindi dell'ingresso delle acque salmastre.
Le valli conservano, oltre ai beni naturalistici, anche preziose testimonianze storico-colturali (vedi Museo dei Marinati).

Si ringrazia il nostro amico Massimo per il materiale di questo speciale.